Ciao, io sono Eugenio Radin e questa รจ la newsletter in cui parlo di filosofia e argomentazione: uno strumento per pensare e per salvarsi dal naufragio. Oggi parliamo di smartphone e disagio mentale e di un libro molto importante che vi consiglio di leggere.
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Lโidea per questo articolo e per le scelte personali che ne sono alla base deriva da un libro che ho letto nelle prime settimane di questo 2025. Un libro che definirei necessario, importante, ma che definirei soprattutto urgente: urgente per i genitori di ragazzi giovani, nel pieno dello sviluppo; urgente per gli insegnanti, per gli educatori, per i formatori; ma urgente, a ben vedere, per tutti coloro che, come me, possiedono uno smartphone, un account social e un accesso illimitato a internet.
Lo so, mi capita spesso di suggerire libri (allโinterno di questa neswsletter ne consiglio praticamente uno a settimana), ma questo suggerimento mi sento di darvelo con particolare fervore, perchรฉ La generazione ansiosa di Jonarthan Haidt รจ un libro che tutti, oggi, dovremmo prenderci lโimpegno di leggere.
La rivoluzione digitale
Parto da una considerazione:
Non vorrei mai vivere in un mondo senza internet e senza smartphone. Sono convinto che questa piccola scatola che ci portiamo appresso ogni giorno spalanchi possibilitร e potenzialitร che nessuna generazione prima della nostra ha mai avuto.
Solo per citarne qualcuna: grazie al telefono posso assistere, gratuitamente, a ore e ore di conferenze, lezioni universitarie, spettacoli tenuti dai piรน grandi intellettuali di tutto il mondo; posso avere accesso a libri, film, registrazioni musicali che, fino a poco tempo fa, erano disponibili solo per studiosi in grado di fare lunghe ricerche nelle biblioteche di cittร lontane. Grazie al telefono posso girare in macchina senza bisogno di pesanti atlanti stradali o di tom-tom mai del tutto aggiornati; posso pagare un bonifico senza la noia di recarmi in banca; posso restare in contatto con la mia amica che abita in Islanda. Ed รจ solo grazie al telefono che ho potuto aprire i miei account social e divulgare la filosofia e lโargomentazione a 200 mila persone, tra Instagram e TikTok.
Dovremmo sempre tenere in mente tutto ciรฒ, per non cadere nella sindrome del boomer - nella convinzione passatista secondo cui โsi stava meglio quando si stava peggioโ. Quando iniziamo a nutrire piรน fiducia nel passato che nel futuro, infatti, significa che siamo diventati vecchi, nel senso piรน negativo che questo termine puรฒ assumere.
La veritร รจ che ci troviamo nel mezzo di una rivoluzione di cui fatichiamo a comprendere la portata. Una rivoluzione che, se ben compresa e gestita, puรฒ portare a giganteschi benefici nei piรน disparati ambiti.
Come รจ tipico di ogni grande rivoluzione, perรฒ, essa apre anche sfide e interrogativi su cui prima non si aveva mai avuto la necessitร di interrogarsi; problemi nuovi che devono essere gestiti; interrogativi filosofici che devono essere indagati; rischi che devono essere calcolati. Ma questo รจ tipico di ogni grande cambiamento e, nonostante ci possa far paura, non dovrebbe costituire un blocco.
Quasi sicuramente qualcuno di questi cambiamenti ci travolgerร , trovandoci impreparati e mostrando tutte le sue conseguenze negative, ma ciรฒ non significa che non potremo poi imparare a gestirlo. ร giร accaduto in passato. Come scrive lo stesso Haidt: ยซdopo il naufragio del Titanic nel 1912, le sue due navi gemelle sono state messe fuori servizio e modificate per renderle piรน sicureยป. Non abbiamo rinunciato ai vantaggi dei transatlantici: abbiamo imparato a prevenire i danni. La stessa cosa dovremmo fare con la rivoluzione tecnologica.
A distanza ormai di qualche anno dallโintroduzione dei primi smartphone, abbiamo iniziato a vedere gli effetti negativi e i rischi di naufragio. La soluzione non sarร tornare al passato, ma diventare piรน consapevoli e risolvere i problemi, senza rinunciare ai benefici.
Il naufragio che stiamo vivendo
Per ragioni puramente anagrafiche ho avuto la fortuna di vivere lโintera giovinezza e tutta la prima parte dellโadolescenza senza smartphone. Ho ricevuto il primo cellulare durante la scuola media, ma era un cellulare senza accesso a internet che permetteva fondamentalmente di fare due cose: telefonare e mandare SMS (pochi, perchรฉ i piani tariffari di allora non erano cosรฌ generosi in fatto di messaggistica).
Facebook sarebbe arrivato in Italia nel 2008 (quando io iniziavo il liceo), ma ci sarebbe voluto qualche tempo perchรฉ si diffondesse in maniera capillare. Instagram non esisteva, TikTok tanto meno, WhatsApp sarebbe nato soltanto lโanno successivo e sarebbe stato accolto con una certa diffidenza iniziale. Internet sรฌ, esisteva giร da tempo, ma era un qualcosa di molto piรน macchinoso, molto piรน lento e molto piรน inefficace rispetto ad ora.
Anche se sono passati soltanto quindici anni da allora, a ricordare tutto ciรฒ mi rendo conto di essere stato testimone non solo di un passato recente, ma proprio di unโaltra epoca, che sarร sempre piรน difficile da comprendere per le nuove generazioni, esattamente comโรจ difficile per me comprendere cosa significasse, per i miei nonni, non avere il fornello a gas, o la tachipirina, o i supermercati, o la televisione.
Da qualche anno, infatti, le cose sono cambiate: internet e gli smartphone sono entrati a gamba tesa nella vita di bambini e adolescenti cambiandone le abitudini e trasformando certe consuetudini che per me erano assolutamente normali (telefonare al numero fisso di casa del mio amico, e chiedere a sua madre se potesse passarmelo) unโusanza antica, musealeโฆ una roba quasi da film in costume.
Non voglio cadere, come ho giร detto, nellโerrore di pensare che la mia infanzia, addolcita ora dalla nostalgia per il tempo perduto, sia stata migliore di quella dei bambini di oggi. Sicuramente, perรฒ, ho avuto la fortuna di non incappare in dei rischi molto concreti, che, come il libro di Haidt mostra incredibilmente bene, le attuali generazioni stanno invece correndo.
Lโinfanzia fondata sul telefono
La sostituzione dellโinfanzia basata sul gioco con lโinfanzia basata sul telefono, in cui le persone vengono esposte agli schermi fin dalla piรน tenera etร , sta portando a serie conseguenze di cui giร piรน di qualcuno si sta rendendo conto.
Vi condivido alcuni dati, per farvi toccare la questione con mano, ma vi rimando alla lettura del libro per unโesposizione piรน completa.
Questa รจ la quantitร di tempo che i ragazzi trascorrono, ogni giorno con gli amici. La fascia grigia verticale identifica, in questo grafico e nei successivi, il periodo in cui gli smartphone hanno conosciuto una diffusione di massa. Come vedete i rapporti sociali sono decisamente in calo da ben prima dellโimpennata del 2020, dovuta ai lockdown:
Questi altri due grafici, invece, mostrano la crescita dei disagi mentali (in particolare ansia e depressione) tra teenagers e studenti universitari:
Haidt porta argomenti a favore del fatto che questa impennata dellโansia e della depressione non possa essere dovuta a nessun altro fattore se non allโiperesposizione nei confronti di social media, videogame, pornografia e, piรน in generale, allโutilizzo compulsivo degli smartphone.
Allโinterno del suo libro lo psicologo newyorkese cerca di dare spiegazione di questo avvenimento mostrando dapprima quali siano le condizioni che permettano un corretto sviluppo della persona e, in secondo luogo, spiegando in quale modo i social compromettano seriamente questo corretto sviluppo psicologico.
In particolare il suo studio porta evidenze su quattro danni fondamentali che lโinfanzia fondata sul telefono provoca nelle generazioni piรน giovani (ma non solo):
Deprivazione sociale: come abbiamo visto, i ragazzi escono sempre meno con gli amici e passano sempre piรน tempo da soli, davanti allo schermo. Questo puรฒ portare a seri problemi perchรฉ il pieno sviluppo del carattere, nel periodo di crescita, richiede una grande quantitร di tempo passato in compagnia, che non puรฒ essere sostituito da rapporti virtuali.
Privazione del sonno: che a sua volta conduce a una perdita di concentrazione e della memoria, nonchรฉ a un aumento dellโansia, dellโirritabilitร e di sintomi depressivi.
Frammentazione dellโattenzione: molti adolescenti ricevono centinaia di notifiche al giorno. Vale a dire che raramente hanno cinque o dieci minuti per pensare senza interruzioni. ร inoltre provato che la frammentazione dellโattenzione oggi, interferisce con lo sviluppo delle funzioni esecutive domani.
Dipendenza: esattamente come le droghe, i social network stimolano il rilascio di dopamina, attivando il meccanismo della ricompensa e creando una vera e propria dipendenza, con tutti gli effetti dannosi che ogni dipendenza comporta
Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.
Forse, se avete piรน di trentโanni, in questo momento starete tirando un sospiro di sollievo pensando che, avendo vissuto una giovinezza priva di smartphone, siete ormai fuori pericolo. Non รจ cosรฌ.
In primo luogo perchรฉ continuate a essere responsabili nei confronti dei vostri figli, fratelli minori, alunni, educandi, che stanno venendo esposti a questi danni davanti ai vostri occhi e, a volte, proprio grazie alla vostra complicitร .
In secondo luogo perchรฉ, per quanto questi problemi siano amplificati quando si parla di ragazzi, nessuno ne รจ veramente immune. Si puรฒ sviluppare dipendenza anche in etร adulta, si puรฒ restare svegli ore a scrollare il feed di TikTok anche a quarantโanni, si puรฒ diventare piรน irritabili, piรน tristi, piรน svogliati, senza nemmeno capire veramente il perchรฉ, anche dopo che il nostro cervello ha completato lo sviluppo.
Lโho visto su me stesso: nonostante non ritenga di essere dipendente dagli smartphone (e il mio tempo passato sul telefono sia inferiore alla media), non posso negare che esso abbia in molti casi un effetto negativo su di me.
Quando ho letto La generazione ansiosa ho acquistato un taccuino nel quale ho iniziato ad appuntare alcuni atteggiamenti che noto su me stesso: mi sono accorto di cercare spesso il telefono, pur senza averne bisogno; di accendere lo schermo senza sapere bene il perchรฉ; mi sono accorto che quando pubblico qualche nuovo reel sui miei profili, una scarica di dopamina mi fa sentire ricompensato, ma che se il video non riceve il giusto numero di like, ricondivisioni, following, divento piรน triste e piรน irritabile. E soprattutto, ho iniziato a notare molto di piรน questi atteggiamenti nelle persone intorno a me.
Sono atteggiamenti che riesco ancora a razionalizzare e a tenere sotto controllo, ma sono indubbiamente sintomi di un rapporto non del tutto sano con il telefono. Cosรฌ ho deciso di correre ai ripari e di mettere in pratica una serie di comportamenti che potrebbero aiutare a prevenire il danno.
Voglio condividerli con voi, nella speranza che anche qualcun altro possa trarne beneficio.
Alcune soluzioni che sto mettendo in pratica
Monitora i dati
Tutti gli smartphone, oggi, mettono a disposizione sistemi di monitoraggio del tempo di utilizzo: controllare periodicamente quei dati รจ il primo modo che abbiamo per renderci conto del problema. Forse rimarremo sorpresi da quanto tempo spendiamo, ogni giorno, al cellulare: quando ho chiesto alla mia fidanzata di controllare le sue statistiche, la prima reazione รจ stata di rigetto. Cercava una scusa per giustificare quei dati (e non erano cosรฌ male!). Questo senso di spavento รจ importante per mettere in moto un cambiamento.
Tieni un diario
Annotare in un taccuino gli atteggiamenti inconsulti che mi capita di avere รจ un altro sistema efficace per prendere coscienza del problema. Tenere un diario ci obbliga a verbalizzare, a razionalizzare i pensieri, a fare i conti con noi stessi.
Ecco un esempio di appunto che ho preso la settimana scorsa:
Mi viene la tentazione di controllare le notifiche, ma tengo il bisogno sotto controllo. Lo analizzo: ho la sensazione che, rimanendo fuori dai social, io mi stia perdendo qualcosa di importante. E invece รจ il contrario: รจ spostando la mia attenzione sui social che rischio di perdermi qualcosa: ovvero il presente, il qui e ora, lโunica cosa che conta. Maledetta dopamina!
Acquista una sveglia analogica
Le ricerche mostrano che spesso il telefono รจ la prima cosa che si guarda quando ci si sveglia e lโultima che si controlla prima di mettersi a dormire. Io ho la buona abitudine di leggere prima di dormire, ma nonostante questo, a volte รจ proprio cosรฌ. Controllare il feed social prima spegnere la luce, inoltre, รจ una delle cause che scatena la privazione del sonno: pensiamo di guardare uno, due video e invece rimaniamo unโora imbambolati (questo fortunatamente non mi succedeva, ma a molti altri sรฌ).
Il principale ostacolo alla risoluzione del problema, per me, era dovuto al fatto che nello smartphone ho la sveglia e che non volevo spengere il cell, per non rischiare di non essere raggiungibile in caso di emergenze. Cosรฌ ho deciso di acquistare una sveglia analogica e di dichiarare la camera da letto โzona smartphone freeโ: prima di andare a letto lascio il cell sulla scarpiera allโentrata della stanza e lo riprendo in mano solo alle 8.00, cioรจ unโora e mezza circa da quando mi sveglio.
Questo trucco ha portato anche a una serie di benefici imprevisti: ad esempio, mentre prima tendevo a posticipare la sveglia ora, non potendolo piรน fare, mi alzo sempre puntualmente e ho piรน tempo da dedicare a me stesso prima di mettermi a lavoro.
Sviluppa abitudini alternative
Per combattere le cattive abitudini, si sa, la cosa migliore รจ sviluppare buone abitudini con cui sostituirle. Leggere qualche pagina di romanzo prima di dormire anzichรฉ aprire TikTok รจ una di queste. Unโaltra potrebbe essere quella di concedersi una breve passeggiata in pausa pranzo, lasciando lo smartphone in casa o in ufficio.
Ognuno trovi le sue buone abitudini: lโimportante รจ metterle in pratica.
Concediti delle giornate senza social
Ogni estate faccio una settimana di route in montagna durante la quale, per ovvie ragioni di connessione, rimango senza social per giorni interi [un giorno vi racconterรฒ di come ho saputo della morte della regina Elisabetta dopo tre giorni dallโaccaduto]. Quando torno ho sempre lโimpressione di essere piรน felice, piรน sereno, piรน in pace con me stesso. E non รจ solo la bellezza della montagna.
Concedersi delle giornate social free in cui stare con altre persone รจ in effetti unโottima idea. Magari si puรฒ condividere con quelle persone il proprio obiettivo e cercare di raggiungerlo insieme: se nessuno attorno a noi utilizzerร il telefono sarร molto piรน facile anche per noi farne a meno.
Se ci sono altre buone abitudini che ti vengono in mente, puoi suggerirle lasciando un commento a questa newsletter: sarรฒ felice di leggerlo. Ti ringrazio intanto per avermi seguito fin qui e ci rileggiamo la prossima settimana! Ricordati di iscriverti alla newsletter se non vuoi rischiare di perderti le prossime uscite:
Ancora una volta voglio suggerirvi la lettura integrale del testo di Haidt (tranquillizzandovi anche sul fatto che รจ molto scorrevole e ben scritto). Se ho voluto dedicarci unโintera newletter, anzichรฉ la consueta story su Instagram, รจ perchรฉ sono convinto che questa lettura sia urgente e importante per tutti.
Se volete sostenere il mio progetto, potete acquistarlo anche dalla mia pagina di affiliazione Amazon: in questo modo il prezzo per voi rimarrร invariato, ma una piccola percentuale mi verrร riconosciuta.
Grazie e buona lettura!
Ciao Eugenio,
grazie, ancora una volta, per questi contenuti: le tue newsletter sono sempre molto interessanti ma, sopratutto stimolanti.
In qualche modo mi aspettavo, prima o poi, una tua riflessione su questo tema, cosi importante e determinante per lo sviluppo dell'umanitร intera (ho pensato bene prima di scriverlo ma non mi veniva altro: la pervasivitร degli smartphone รจ planetaria e abbraccia quasi tutte le fasce demografiche e sociali). Premetto che, mentre leggevo la tua newsletter, pensavo qualcuno mi stesse leggendo nel pensiero: a partire dalla necessaria premessa sul non scadere nel "luddismo" per finire ai consigli su come combattere questa dipendenza.
Essendo genitore di 3 ragazzi (dai 19 ai 9), combatto quotidianamente contro questa dipendenza, che vedo netta e inequivocabile (sopratutto nel piu grande dei 3).
E' perรฒ una lotta "donchishottiana" a colpi di discussioni, a volte pacate a volte piu accese, nelle quali provo a portare le stesse argomentazioni del libro ma che perรฒ non riescono davvero nell'intento. Sembrano capire, ci ragionano, convengono sul dover mettere un argine, magari riescono anche per qualche tempo ma poi...
Sicuramente il "repetita iuvant" quindi non smetterรฒ e non mi darรฒ per vinto ma sono anche certo che non basti la mia unica voce (pur essendo il genitore, quindi teoricamente una figura di riferimento).
Credo servirebbe un approccio piu sistemico al problema. Un po' come รจ stato per il fumo: all'epoca dei nostri nonni e bisnonni era un qualcosa di socialmente normale, accettato e "normale". Si fumava ovunque, praticamente a qualsiasi etร e nessuno diceva nulla. Ci sono voluti 30/40 anni per capire i danni di questa dipendenza e, sopratutto, iniziare una campagna sistemica di sensibilizzazione. Se io non fumo รจ (anche) perche da adolescente ho vissuto questa lotta al fumo e ne sono stato "pervaso" (forse anche incosciamente)
La Scuola, anzitutto: i cellulari non entrano in classe, punto.
I Media: raccontare i danni di questa dipenza e raccontare, di piรน e meglio, come funzionano gli algoritmi che incollano le persone ed i motivi alla base: il profitto. ("Social Dilemma", disponibile su Netflix, sarebbe da far vedere a tutti!).
La Politica: vera tolleranza zero per l'utilizzo alla guida (giro in scooter e nelle auto vedo piu gente che guarda il telefonino di quanti guardano avanti!) e identitร digitale verificata per iscriversi ai social (cosicche ciascuno sarร responsabile di cio che scrive, proprio come avviene nella realtร ).
Scusami per la lunghezza del commento ma il tema mi appassiona tanto quanto mi impensierisce.
Grazie ancora
Io, dopo aver visto le mie statistiche, ho messo il timer a Instagram di mezz'ora tramite l'app "Benessere digitale" di Google. Cosรฌ quando sono in balรฌa dei reel come una drogata, a un certo punto si chiude l'app, diventa grigia e posso riaprirla solo il giorno dopo.