7 Comments
User's avatar
Alessandro Doria's avatar

Ciao Eugenio,

trovo interessante quanto riporti.

Mi permetto solo di aggiungere alcune considerazioni, basate sulla mia esperienza che tuttora svolgo nell’ambito dell’immigrazione.

L altro è sempre altro, indipendentemente dal suo status di immigrato.

Non voglio con ciò sminuire la portata di sofferenza che la maggior parte di loro porta con sé’.

Credo però che anche Levinàs intendesse proprio questo: anche mia moglie e i miei figli sono altro e l incontro con il loro volto mi pone di fronte alla necessità di provare a far coesistere dei mondi così diversi fra di loro.

La seconda cosa è che vorrei aggiungere e’ la seguente: anche io sono altro per chiunque mi incontra, immigrato compreso.

Così come anche io ho un volto.

Arrivo al dunque.

La politica, penso di poterlo asserire, deve tenere in piedi le due istanze in quanto ognuno di noi incontro un altro e noi siamo altro per chi incontriamo.

Non so quale possa essere la soluzione, però, operando nell’inserimento lavorativo di molti immigrati, spesso mi accorgo che per loro non siamo altro, tantomeno un volto.

E qui si deve ancora ipotizzare in quale maniera si possa realmente agire, senza dimenticarci dell altro è del nostro essere altro.

Expand full comment
Eugenio Radin's avatar

Ciao Alessandro,

il tuo commento è davvero prezioso. Sono molto d'accordo con quanto dici e, dal momento che (da quanto capisco) svolgi attività nell'ambito, mi piacerebbe discuterne più approfonditamente.

Ti chiederei, se non è un problema, di lasciarmi un tuo contatto. O di scrivermi a whitewhalecafe.wwc@gmail.com raccontandomi in breve qual è la tua esperienza.

Per me sarebbe molto prezioso, quindi ti ringrazio anticipatamente.

Buona giornata

Expand full comment
Alessandro Doria's avatar

Ciao Eugenio,

scrivimi pure a doria.consfil@gmail.com

Sarà un grandissimo piacere parlare con te.

Buona serata.

Expand full comment
Eugenio Radin's avatar

Grazie mille, mi segno il contatto.

Expand full comment
Federica's avatar

Caro Eugenio,

Che bel lavoro che hai fatto con questa newsletter.

Finale tuttavia appena abbozzato. Mi spiego.

Tu parli giustamente di pre-politica. La politica divide, guarda alla collettività più che all' individuo etc.

Tutto giusto. Eppure l’esperienza pre-politica senza la politica è come un campo che non verrà arato, una regola che non verrà mai implementata. La tua esperienza pre-politica esige una scelta politica. Forse non esiste una sola scelta politica compatibile con il rispetto dell’Altro ma possiamo ben concordare che molte politiche le possiamo intanto tagliare fuori perché l’Altro non lo contemplano affatto.

Expand full comment
Eugenio Radin's avatar

Ciao Federica,

sono d'accordo con quanto dici. L'esperienza pre-politica, per essere foriera di cambiamento, deve portare a una scelta politica. Tuttavia troppo spesso le nostre scelte politiche avvengono a priori e determinano a priori il modo in cui giudichiamo le nostre esperienze.

Dovremmo invece, credo, rimettere ordine nei fatti. La scelta politica certamente deve esserci, ma deve seguire dall'esperienza del mondo e non essere pregiudiziale.

Grazie e buona giornata

Expand full comment
Labate Giuseppe's avatar

Caro Eugenio,

Quello che riporti fa rivivere aspetti di etnografia attiva, strumento antropologico tanto reale quanto complicato nel suo uso.

Realtà tanto differenti eppure, nelle loro viscere umane, tanto uguali fanno capire quanto la definizione di Altro sia di per sè un modo per rivendicare che si è essere umani, ed un ponte di incontro, sia esso uno spazio fisico o un linguaggio, è l'essenziale per costruire e decostruire.

E questo funziona con tutti.

Ho avuto sensazioni molto uguali, durante un viaggio in zaino di 1 anno e mezzo in Sud America, dove tra nativi che rivendicavano i loro spazi ancestrali su lotti di terra privati, o con Venezuali che vivono la diaspora del loro paese e che su un cammino di 22h su un autobus, trovano orecchie a cui rivolgere i loro spazi.

Tutti, con l'interesse di condividere la loro realtà che in fondo in fondo, aiuta a riempire la nostra e a rimuovere stigmi convezionali, assorbiti inconsciamente da una dottrina che si esprime solo nel dire "L'altro non è come te. È diverso da te", togliendo la luminosità a quella differenza che, personalmente, è sempre stata fonte di ricchezza persomale.

Tuttavia, le sofferenze, i traumi, i disagi psico-somatici che questi individui vivono sono, senza volerlo frutto di meccanismi "azioni-conseguenze" su scelte fatte nel passato da chi trasforma questo l'Altro in un corpo infantile deceduto in acqua, di famiglie sul ciglio della strada, di notti passate in una cella al buio, di "aiuto aiuto!" in cerca di assistenza, nelle lacrime di una persona che piange il corpo di un caro, di chi è forzatamente messo nella situazione di delinquere perchè non gli rimane altro in una situazione precaria e all'estremo.

Per il potere forte, loro sono "nel mezzo" ed "il mezzo" per arrivare ai propri fini; siano essi politici, egemonici, di controllo o superiorità , lavandosi moralmente con il loro strumento di burattinaggio.

Tienici aggiornati sulle tue riflessioni e grazie per condividere le tue esperienze hermano.

Expand full comment