In tema di gialli, consiglio davvero a tutti gli appassionati di recuperare i tre racconti di Edgar A. Poe, "I delitti della Rue Morgue", "Il misterioso caso di Marie Roget", e "La lettera rubata". Il personaggio di Auguste Dupin è il primo detective nella storia della letteratura, e i racconti sono scritti divinamente.
Articolo eccezionale! Riflessioni che mi aprono moltissimi ragionamenti, in particolare sul tema della soddisfazione del piacere come motore del vivere... È così? In fin dei conti è sempre quello? Inoltre, in ottica educativa e di educatrice alla lettura, rifletto sul rapporto del pubblico giovane con la lettura, sempre più ostica penso proprio per il rapporto tra sforzo richiesto e piacere... Nei generi prevale di certo quello "senza centro", sempre più negli anni, per la difficoltà di cui sopra e per quanto risulti complesso raggiungere il livello metanarrativo, della riflessione, del soffermarsi, del pensiero critico, di quello autoriflessivo. Mi domando dove si ponga la lettura nel percorso di creazione di uno sguardo profondo e critico se leggere si limita a libri senza centro e a lettura dopaminica (dove non intendo il piacere intellettuale più adulto nel trovarsi di fronte a libri "con centro", in cui poter andare oltre); sarebbe il libro "con centro" a diventare lo strumento per diluire la ricerca di un piacere istantaneo e fomentatore di dipendenza? (ancora maggiore nel fenomeno di altri consumi giovanili, appunto videogiochi, serie tv, cibo?, relazioni tossiche, pornografia). Come si "educa" l'atteggiamento di regolazione della ricerca del piacere per consentire il passaggio ad altri livelli di godimento/di letture e per allontanare il "rischio dipendenze"?
Grazie mille Emanuela! Una risposta è molto difficile, perché è un cane che si morde la coda: da un lato letture più "lente" possono essere una modalità per ridurre la ricerca di dopamina; ma dall'altro per riuscire ad affrontare queste letture "lente" è necessario ridurre a priori la ricerca di stimoli immediati.
Consiglio comunque la lettura de "l'era della dopamina", che permette di conoscere un po' più in profondità la questione.
In tema di gialli, consiglio davvero a tutti gli appassionati di recuperare i tre racconti di Edgar A. Poe, "I delitti della Rue Morgue", "Il misterioso caso di Marie Roget", e "La lettera rubata". Il personaggio di Auguste Dupin è il primo detective nella storia della letteratura, e i racconti sono scritti divinamente.
Tra l'altro, quando Conan Doyle inventerà il personaggio di Sherlock Holmes, si ispirerà proprio ad Auguste Dupin.
Articolo eccezionale! Riflessioni che mi aprono moltissimi ragionamenti, in particolare sul tema della soddisfazione del piacere come motore del vivere... È così? In fin dei conti è sempre quello? Inoltre, in ottica educativa e di educatrice alla lettura, rifletto sul rapporto del pubblico giovane con la lettura, sempre più ostica penso proprio per il rapporto tra sforzo richiesto e piacere... Nei generi prevale di certo quello "senza centro", sempre più negli anni, per la difficoltà di cui sopra e per quanto risulti complesso raggiungere il livello metanarrativo, della riflessione, del soffermarsi, del pensiero critico, di quello autoriflessivo. Mi domando dove si ponga la lettura nel percorso di creazione di uno sguardo profondo e critico se leggere si limita a libri senza centro e a lettura dopaminica (dove non intendo il piacere intellettuale più adulto nel trovarsi di fronte a libri "con centro", in cui poter andare oltre); sarebbe il libro "con centro" a diventare lo strumento per diluire la ricerca di un piacere istantaneo e fomentatore di dipendenza? (ancora maggiore nel fenomeno di altri consumi giovanili, appunto videogiochi, serie tv, cibo?, relazioni tossiche, pornografia). Come si "educa" l'atteggiamento di regolazione della ricerca del piacere per consentire il passaggio ad altri livelli di godimento/di letture e per allontanare il "rischio dipendenze"?
Grazie mille Emanuela! Una risposta è molto difficile, perché è un cane che si morde la coda: da un lato letture più "lente" possono essere una modalità per ridurre la ricerca di dopamina; ma dall'altro per riuscire ad affrontare queste letture "lente" è necessario ridurre a priori la ricerca di stimoli immediati.
Consiglio comunque la lettura de "l'era della dopamina", che permette di conoscere un po' più in profondità la questione.
Grazie e buona giornata!